Mourinho: "Non sono Harry Potter"

MADRID - Josè Mourinho non le manda certo a dire. Dopo le dure critiche per il brutto pari contro il Maiorca che ha caratterizzato il suo esordio in Liga sulla panchina del Real Madrid, il portoghese se n'è uscito con la solita frase ad effetto. Questa volta niente "pirla" o "zero tituli", solo una semplice battuta che ha come scopo quello di allontanare le polemiche dalla squadra. "Sono un allenatore, non sono Harry Potter. La magia non esiste nella realtà, la magia è finzione e io vivo nel calcio, che è reale".

SQUADRA DA CONOSCERE - Josè Mourinho rifiuta i processi e in una lunga intervista al quotidiano spagnolo 'As' risponde per le rime. "Sono al Real da un paio di mesi, avremo fatto una quarantina di allenamenti. Sapete quanti ne abbiamo fatti con tutto il gruppo, compresi i nuovi acquisti? Nemmeno 10. Ripeto: nemmeno 10 - sottolinea -. Ci manca molto, molto e molto. Per me, la soluzione più facile sarebbe stata quella di non cambiare nulla. Avrei potuto giocare come faceva la squadra lo scorso anno, mantenendo gli stessi principi e la stessa struttura. Sarebbe stato più semplice all'inizio della stagione, ma alla lunga si sarebbe rivelato sbagliato - spiega l'ex allenatore dell'Inter -. Non è la direzione che voglio prendere".

IL REAL NUOVA SFIDA - "Se avessi voluto vivere in un ambiente confortevole, in assoluta sicurezza, sarei rimasto all'Inter - dice ancora -. Una squadra campione
d'Europa, che ha vinto tutto in due anni e destinata a giocare il Mondiale per club e due Supercoppe, un'assicurazione per continuare a vincere - dice considerando semplice il compito del suo successore sulla panchina nerazzurra, Rafa Benitez -. Io però ho preferito scegliere la via più complicata e sono venuto al Real Madrid, che deve ritrovare la stabilità di una volta. Se i titoli arrivano con Mourinho o con un altro, poi, è la stessa cosa. L'importante è che questo club trovi stabilità - osserva -. Chissà, magari manca anche per colpa vostra. Mi riferisco a stampa e tifosi".

MERCATO MIRATO - Il mercato del Real Madrid è stato quasi 'normalè considerato quello fatto lo scorso anno. Acquisti mirati, come quelli dei tedeschi Mesut Ozil e Sami Khedira e dell'argentino Angel Di Maria. I primi 2 volti nuovi, in realtà, sono finiti in panchina all'esordio in campionato. "La vita dei tedeschi non è semplice. Non parlano una parola di castigliano. Sanno dire solo 'buongiornò e 'ciao'. Non vanno oltre. Un altro attaccante? Il mercato è chiuso. Quando abbiamo parlato di soldi con il club, ero completamente d'accordo: nemmeno un euro in più. Per questo, non posso essere critico nei confronti dei dirigenti. Sono accanto a loro su questa linea, giochiamo con i limiti che abbiamo e siamo tutti uniti. Non bisogna fare un dramma". Non è un dramma nemmeno lo 0-0 contro il Maiorca. "Le mie stagioni al Porto e all'Inter sono sempre cominciate con un pareggio. A Oporto ho vinto 4 titoli. Nell'Inter, ho vinto 2 titoli il primo anno e altri 3 nel secondo". E se Guardiola qualche giorno fa, parlando del caso Ibrahimovic, ha detto "qui comando io", Mourinho risponde: "Al Real comanda Florentino Perez ma nello spogliatoio comando io. Nessuno mi dice che deve giocare Joaquin o Pablo, se devo allenare alle nove o se devo giocare col 4-3-3 anziché col 4-2-3-1. Il mio campo è mio e in questo comando io".